Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Con il volume 51 del 1999 ha concluso la sua vita la rivista “Rassegna Chimica” che ha avuto un ruolo importante nel campo della chimica e della merceologia.
La “Rassegna Chimica” ha iniziato la pubblicazione nel 1949, in un’epoca straordinaria per la vita economica italiana. In Italia si stavano rimarginando le ferite della seconda guerra mondiale, finita appena quattro anni prima, una guerra che aveva lasciato il paese con le fabbriche distrutte, con una classe imprenditoriale ancora disorientata, con una classe operaia che si sentiva sfruttata. Un ruolo centrale nelle lotte e nelle speranze aveva “la chimica”: Marghera, Cengio, Terni, Apuania, Bussi, la “Caffaro” di Brescia, erano alcune delle “fabbriche” tradizionali da cui ci si aspettava la ricostruzione e la rinascita di questo settore industriale.
Il fondatore della "Rassegna Chimica" fu la dott. Maria Ragno che si era interessata ai problemi dell’industria chimica con due volumi: “L’industria dei saponi ed affini in Italia e all’estero”, Roma, 1936, e “L’industria italiana dei colori e delle vernici”, Roma, 1938, autrice fra l’altro di un articolo importante (e dimenticato, ma citato nel fondamentale “Montecatini 1888-1966”, di Amatori e Bezza, Bologna, il Mulino, 1990): “L’industria chimica italiana nei due dopoguerra”, L’Industria, 32, 78-89 (1947). Due anni dopo la stessa dott. Ragno assumeva la direzione di “Rassegna Chimica”, nata originariamente come voce dell’Unione Nazionale Chimici Italiani.
Il primo numero della nuova rivista si aprì con un articolo sugli ”Aspetti e sviluppi dell’industria chimica italiana”, Rassegna Chimica, 1, (1), 5-12 (1949), un contributo che già risentiva della nuova fase economica nazionale. Ai programmi ed ai finanziamenti americani per la ”Ricostruzione” è dedicato un successivo articolo: “Gli aiuti E.R.P. e il settore chimico in Italia”, Rassegna Chimica, 1, (10), 7-10 (1949).
Si occupa dei temi del commercio estero l’anonimo: “L’industria chimica alla luce dell’attuale situazione doganale”, Rassegna Chimica, 5, (1), 9-10 (1953); ai primi conti dell’integrazione europea è dedicato l’articolo: “L’industria chimica in Italia (dalla conferenza del prof. Mario Baruchello tenuta a Madrid il 19 aprile 1961)”, Rassegna Chimica, 13, 39-42 (1961).
“Rassegna Chimica” si affiancò, fin dall’inizio, con successo alla più antica e prestigiosa rivista “La Chimica e l’Industria” (fondata come “La chimica industriale”, nel 1899; poi “Giornale di Chimica industriale e applicata”, dal vol. 1 (1921) al vol. 13 (1933)) che aveva assunto il nuovo nome col vol. 14 del 1934, diretta per molti anni da Angelo Coppadoro e ancora oggi la principale rivista del settore; e a: “Chimica. Rivista mensile per la diffusione della cutura chimica”, vol. 1 (1946) - vol. 23 (1968), diretta da Angelo Tarchi un chimico che era anche stato ministro dell’economia corporativa nella Repubblica di Salò.
Rassegna chimica è stata diretta da Maria Ragno fino al vol. 47 del 1995; a partire dal vol. 33 del 1981, sotto lo stimolo di Elvio Cianetti (1920-2009), professore di Merceologia e autorevole direttore della rivista fino alla fine, e per sollecitazione dei professori italiani di Merceologia, la testata fu integrata col sottotitolo: “Rivista di merceologia, chimica applicata e industriale”.
Della dott. Ragno e della sua casa editrice Tecnindustria, si possono ricordare il “Nuovo repertorio della produzione chimica italiana”, Roma, 1948, seguito dal “Repertorio della produzione chimica italiana e del commercio chimico”, apparso nel 1951/52, poi nel 1960, con varie altre edizioni successive.
Rassegna Chimica è stata, con le “consorelle” ricordate, attenta osservatrice degli eventi più importanti della storia economica e industriale italiana: la transizione dalla chimica del carbone alla chimica del petrolio; la comparsa di nuovi giganti multinazionali, al fianco della “Montecatini”, come la SIC e la Sicedison; la nascita e il declino delle avventurose imprese della Liquichimica di Ursini e della SIR di Rovelli; la nascita della Montedison; il premio Nobel a Giulio Natta; i primi segni dell’attenzione “ecologica” (alcuni fascicoli del 1970 e 1971 furono dedicati alle prime conferenze su “La chimica e l’ambiente”); le varie fusioni e dissoluzioni Enimont, Enichem, Montedison, e molti altri eventi.
Rassegna chimica, con la collaborazione dei principali professori di Merceologia, nei primi anni cinquanta aveva seguito con attenzione e riferito il dibattito sulle frodi alimentari e molti articoli --- il contributo degli studiosi universitari andò gradualmente aumentando --- apparsi nella rivista contengono articoli fondamentali sui metodi di analisi in grado di svelare le frodi, di caratterizzare le merci e i prodotti industriali, sui crescenti problemi dei rifiuti e della loro riutilizzazione.
Sfortunatamente molte di queste testimonianze sono difficilmente accessibili. Una breve ricerca su Internet sembra indicare che una delle poche collezioni complete di “Rassegna Chimica” si trova nella Biblioteca della Facoltà di Economia dell’Università di Genova; l’Istituto Superiore di Sanità di Roma possiede la rivista dal vol. 2 del 1950; la Biblioteca universitaria Alessandrina di Roma la possiede dal 1949 con lacune negli anni settanta. La Biblioteca del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma la possiede dal 1949 al 1990. Molti istituti universitari hanno delle collezioni che cominciano negli anni sessanta. Lo stesso destino di oblio riguarda purtroppo anche altre riviste di chimica degli anni quaranta-cinquanta.
La rivista Rassegna Chimica scomparve col vol. 52 del 1999: c’è bisogno di una rivista di chimica e merceologia scientificamente corretta, ma anche divulgativa ? le edicole sono sovraffollato di periodici di tutti in generi, dalla moda all’astrologia all’antiquariato, dalla macrobiotica all’arredamento agli animali, molte di queste parlano, bene o male, di chimica e merceologia, ma penso che ci sarebbe moltissimo bisogno di far crescere la cultura soprattutto per la chimica applicata e industriale, per le basi chimiche della produzione e del consumo delle merci, dagli alimenti, ai mobili, ai cosmetici, ai prodotti farmaceutici.
Non sono, infatti, squisitamente chimici i dibattiti in corso ? Il cosiddetto “effetto serra” non ha al suo centro proprio il modo in cui si formano i gas nel processo di combustione del carbone, dei prodotti petroliferi e del metano, la loro quantità e il loro bilancio ? Non c’è forse bisogno di crescente “chimica” nella comprensione, da parte dei consumatori, delle etichette degli alimenti o dei profumi, dei foglietti illustrativi dei medicinali ? Non c’è forse bisogno di “chimica” per la comprensione di problemi sempre più delicati, da quello dello smaltimento dei computers usati a quello della nutrizione vegetale ?
Oltre un secolo e mezzo fa il grande chimico tedesco Justus von Liebig (1803-1873, per inciso l’”inventore” dell’estratto di carne) scriveva, con un successo internazionale di traduzioni e di vendita, le “Lettere familiari sulla chimica”, sollevando una attenzione “popolare” sulla chimica, attenzione che rese possibile la nascita --- nel bene e nel male --- nei suoi aspetti liberatori e anche di inquinamento, della grande industria chimica moderna.
Oltre alla già citata rivista “La Chimica e l’Industria”, l’unica rivista di chimica a carattere informativo e divulgativo è stata “ChimicaNews”, pubblicata dalle Edizioni Fiera di Milano come supplemento alla rivista “Inquinamento” che ha compiuto, nel 2010, 52 anni di vita. Il primo numero di “ChimicaNews” è apparso nel febbraio 2004 ma la pubblicazione è stata sospesa nel 2010.
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