martedì 23 agosto 2011

Libri di Merceologia

A. Bianchi, "Merceologia e istituzioni commerciali", Milano, Hoepli, 1914
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Giuseppe Calabrò, "Merceologia risorse naturali, merci ed ambiente", Messina, Scuderi s.a.s., 1999.


Giovanni Canneri (1897-1964), "Merceologia", Firenze, Casa Ed. Poligr. Universitaria C. Cya, 1937


Canzoneri, F., “Lezioni di Merceologia”, Padova, editrice Universitaria, 1926


Ernesto Chiacchierini e M.C. Lucchetti, Materie prime, trasformazione e impatto ambientale, Kappa, 1997


Elvio Cianetti (1916-2009), "Merceologia", Roma, Dets, 1965


Giovanni Cioncolini, "Merceologia", Firenze, L. Cionini, 1944



Ciraolo L., M. Giaccio, A. Morgante e V. Riganti, Merceologia, Bologna, Monduzzi editore, 1998.


Walter Ciusa (1906-1989), "Trattato di Merceologia", Torino, Utet, 4a edizione, 1983, 592 pp.


Giovanni D'Amore, "Lezioni di Merceologia", Messina, Providente, 1968


Marco De Vincentis, http://www.marcodevincentis.net/antroalchimista/III%20Livello%20Merceologia.doc


Valentino Fortini, "Elementi di Merceologia", Torino, Utet, 2a edizione 1923-24, 2 volumi


Benito Leoci, Cicli produttivi e merci, Lecce, Adriatica Editrice Salentina, 1996.

Benito Leoci, "Cicli produttivi e merci", Aracne, 2007



S. Lorusso e M. Porcu, Le frodi alimentari in Italia, Chiriotti 1989.


Paolo Matcovich, "Compendio di Merceologia", Fratelli Dumolard editori, 1886, pp. 132, 280


Bruno Notarnicola, "Valutazione del ciclo di vita di impianti per arricchimento dei mosti", Bari, Cacucci, 2008


Michele Piga, "Merceologia ad uso degli Istituti Tecnici, corredata da questionari", Edizioni Cetim, 1979, 279 pp.


Maria Proto, "Merceologia e tutela del consumatore", Giappichelli, 2006, 305 pp


Emilio Abelardo Romegialli (1851-1938) e C. Rimatori, "Chimica e Merceologia"


Giovanni Ruggieri, "Lezioni di Merceologia", Kappa


Giancarlo Santoprete, "Aspetti storici ed evolutivi della cultura tecnologica e merceologica", ETS


Giuseppe Ventura, A. Collalto, "Introduzione all’analisi delle Merci", ed. Trafford Publishing, Victoria Can. 2006

Giuseppe Ventura, "Chimica e merceologia doganale", in versi, edizione privata, 2008

lunedì 22 agosto 2011

Le merci nella storia umana


Giorgio Nebbia nebbia @quipo.it

Alle radici della società dei consumi 
Molti sono indotti a pensare che la nostra sia, per eccellenza, la "società dei consumi". A ben guardare, invece, tutte le società del passato sono state attratte dai consumi, dall'esibizione della ricchezza, dalle merci di lusso ed esotiche, fonti, allora come oggi, di sprechi, di frodi, di corruzione.

In epoca romana l'avvento della società dei consumi coincide con la conquista dei paesi del Mediterraneo e con i contatti con i regni ellenistici, creati dagli eredi di Alessandro il grande e cresciuti, con alterna fortuna, nei tre secoli prima di Cristo, in Egitto, in Grecia e in Persia. I regni ellenistici si trovavano in una situazione eccezionale dal punto di vista del traffico delle merci di lusso, costituite da seta e giada provenienti dalla Cina, da profumi e aromi, provenienti dall'Africa centrale e dall'Arabia, da metalli, oro e pietre preziose provenienti dall'India.

giovedì 18 agosto 2011

C. Tricase, "Combustibili dalla biomassa"

Caterina Tricase (Università di Foggia), "Potenzialità e prospettive della produzione di biofuels", Workshop sul tema: "Lo sviluppo del mercato energetico in Puglia: energie rinnovabili ed implicazioni economiche-finanziarie", Foggia, 5 luglio 2011.

In linea di principio, il potenziale contributo delle biomasse alla futura offerta mondiale di energia potrebbe consentirgli di svolgere un ruolo importante nell’offerta energetica mondiale, ma i vari studi ed analisi hanno mostrato una vasta gamma di valutazioni. La diversità è influenzata dalle metodologie, le ipotesi sui terreni disponibili, le rese agricole e le differenze dei costi di produzione stimati.

martedì 16 agosto 2011

La guerra delle terre rare

2011 Anno Internazionale della Chimica

La Gazzetta del Mezzogiorno, domenica 6 dicembre 2009

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Dimitri Mendeleev (1834-1907), il grande chimico russo, è ricordato principalmente per aver “scritto”, nel 1869, una tabella nella quale aveva disposto in ordine di peso atomico crescente tutti i 63 elementi noti al suo tempo. A mano a mano che procedeva, quando trovava un elemento con proprietà chimiche simili a quelle di uno già incontrato, lo scriveva in una casella sotto il primo, e così via. In questo modo ciascuna riga conteneva atomi con proprietà diverse e ciascuna colonna conteneva atomi con proprietà simili. Le righe si chiamano oggi “periodi” e le colonne “gruppi”. Era una intuizione sbalorditiva: infatti quando veniva scoperto un nuovo elemento, ancora Mendeleev in vita, questo andava a collocarsi proprio in una delle caselle lasciate vuote; non solo, ciascuna posizione nella tabella mostrò di avere un significato chimico ben preciso. Immagino il dispiacere di Mendeleev nel vedere che nella sua tabella c’erano degli enormi vuoti. Dopo il lantanio, che ha peso atomico 138 (138 volte il peso dell’idrogeno) conosceva il cerio che pesava 140 (un metallo usato negli accendini a sfregamento), ma l’elemento successivo noto pesava 180. Deve essere contento, là dove ora si trova, vedendo che tutte le caselle sono state riempite e anzi che quel vuoto è ora pieno di ben 17 elementi: i primi due sono lantanio e cerio, seguiti da elementi dai nomi poetici: neodimio, promezio, samario, europio, lutezio, eccetera, chiamati, per la loro limitata diffusione, ”terre rare”.

Non varrebbe la pena di parlare delle terre rare, o “elementi lantanidi” se non fossero venuti ad occupare delle posizioni commerciali e strategiche enormi, al punto che c’è un intenso crescente sfruttamento delle poche miniere in cui si trovano a bassissima concentrazione, ”rari” appunto. Tanto per capirci ve li nomino tutti, in ordine: lantanio, cerio, praseodimio, neodimio, promezio, samario, europio, gadolinio, terbio, disprosio, olmio, erbio, tallio, itterbio, lutezio. Guardate le pale dei motori eolici che si stagliano contro il cielo delle nostre colline, ruotando lentamente e producendo elettricità. Ebbene questo è possibile perché sono stati inventati dei magneti permanenti che trasformano la rotazione delle pale in elettricità e tali magneti sono costituiti da una lega neodimio-ferro-boro contenente circa il 27 % di neodimio. La lega è stata scoperta quasi contemporaneamente nel 1982 dall’americana General Motors, dalla giapponese Sumimoto e dall’Accademia delle Scienze cinese. Una turbina da 1 megawatt di potenza contiene magneti che richiedono circa 200 chili di neodimio.

Sentite parlare delle automobili ibride, a benzina e elettriche, come la soluzione ecologica del futuro ? ebbene anche in ognuna di queste c’è un motore elettrico con magneti permanenti contenente neodimio. Le auto elettriche, poi, hanno bisogno di batterie di accumulatori a idruri di nichel che richiedono uno degli elementi delle terre rare, il lantanio, con aggiunta di praseodimio, disprosio e terbio. Il neodimio è indispensabile anche in tutti i magneti permanenti di cui siamo circondati, dalla superficie dei CD e dei DVD, a quelle strisce nere delle carte di credito, senza le quali non si potrebbero fare acquisti.

Siete contenti dei bei colori brillanti delle immagini del vostro televisore ? I vivaci toni del rosso sono possibili perché il rivestimento del video contiene europio. I grandi progressi degli schermi di computers e di telefoni cellulari con cui si può comunicare col tocco di un dito sono stati resi possibili da rivestimenti di ossido di indio e stagno. Senza contare l’uso del lantanio nella raffinazione del petrolio e di terre rare nelle ultrasofisticate apparecchiature militari.

La richiesta dei metalli delle terre rare sta rapidamente aumentando e aumenta anche il prezzo dal momento che il monopolio della loro estrazione è cinese, e i cinesi fanno sapere di voler limitare l’esportazione delle terre rare per usarle tutte nei loro grandi progetti di diffusione dei motori eolici e di sviluppo dell’elettronica di consumo che producono e esportano in tutto il mondo. Oltre il 90 per cento di tutte le terre rare prodotte nel mondo, poco più di 100.000 tonnellate all’anno, sono estratte da una grande miniera che si trova a Bayanobo nell’altopiano della Mongolia. La Cina produce il 100 percento delle tre terre rare più “strategiche”: disprosio, terbio e europio, assorbe il 60 % della propria produzione e esporta il resto, ma il grande paese è in rapida espansione e si prevede che aumenterà l’uso interno e diminuirà l’esportazione di terre rare.

Si può immaginare che i paesi occidentali siano ben preoccupati e cerchino altri giacimenti dei minerali da cui è possibile estrarre terre rare. A Mountain Pass, in California, c’è una grande miniera che, negli anni ottanta, era arrivata a produrre 20.000 tonnellate all’anno di lantanio e ossidi misti di neodimio e praseodimio; fu poi chiusa nel 2002 quando la Cina cominciò a invadere il mondo con le proprie terre rare a basso prezzo. Altri giacimenti da cui estrarre terre rare, ma con maggiori costi, si trovano in Canada, in Australia, in Russia; per inciso i minerali contenenti terre rare sono accompagnati da altri contenenti gli elementi radioattivi torio e uranio. Se cesseranno le esportazioni cinesi di terre rare aumenterà il prezzo di molte apparecchiature elettroniche, dei motori eolici e delle tanto attese auto elettriche. Inutile dire che c’è una grande agitazione nei mercati mondiali dei metalli e una febbrile ricerca di nuove leghe adatte per la fabbricazione di magneti permanenti. Una di queste è costituita da cobalto e samario che però è anche lui un elemento delle terre rare. Insomma gli elementi che Mendeleev non conosceva si stanno rivelando più preziosi dell’oro e dei diamanti.

Nell'agosto 2011 è stato pubblicato un rapporto sullo stato delle terre rare nel mondo nel sito:



domenica 14 agosto 2011

Crescita di che cosa ?

La Gazzetta del Mezzogiorno, mercoledì 8 agosto 2011

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Due vite parallele a migliaia di chilometri di distanza. Un ingegnere nordamericano, Jay Forrester (nato nel 1918), specializzato nella progettazione dei calcolatori elettronici, docente nel prestigioso Massachusetts Institute of Technology, stava utilizzando, già negli anni cinquanta, i calcolatori per risolvere dei problemi di previsione. Per esempio come cresce la produzione industriale in seguito alla crescita o alla diminuzione dei soldi disponibili; come la mobilità in una città è influenzata dalla crescita del numero degli abitanti, delle automobili o dei mezzi di trasporto pubblico. Forrester aveva chiamato “dinamica dei sistemi” lo studio dei rapporti fra fenomeni il cui cambiamento può essere previsto mediante equazioni matematiche differenziali. Per inciso, equazioni simili erano già state usate trent’anni prima, per descrivere come aumentano le popolazioni animali, dagli studiosi di ecologia, un esempio della unità dei fenomeni dell’economia e dell’ecologia. Forrester aveva pubblicato libri di grande successo come “Industrial dynamics” (1961) e “Urban dynamics” (1969).

martedì 9 agosto 2011

Persone della Merceologia: Ottilia De Marco (1934-2009)

Elsa M. Pizzoli e Gigliola Camaggio, “Introduzione” a: G. Camaggio e altri (a cura di), “Raccolta di alcuni scritti della studiosa Ottilia De Marco”, Bari, WIP Edizioni, 2011, ISBN 978-88-8459-197-S, p. 5-7


Uno studioso non muore mai; può morire biologicamente ma il suo contributo resterà per sempre, fino a che esistono delle biblioteche, degli schedari … e fino a che funziona Internet. Questo vale certamente per Ottilia De Marco, professore emerito dell’Università di Bari. Nata nel 1934, orgogliosa della sua origine e cultura salentina, Ottilia De Marco ha affrontato presto le ricerche in quello che era l’Istituto di Merceologia di Bari ottenendo la libera docenza (quando ancora esisteva) e raggiungendo la cattedra di professore ordinario di Tecnologia dei cicli produttivi. Questa disciplina, originariamente nata da una costola della Merceologia, Ottilia De Marco ha saputo far diventare il centro di ricerche di rilievo internazionale, punto d’incontro e sintesi nei rapporti fra chimica, economia e ecologia. Ha infatti impostato i suoi corsi universitari e la sua ricerca sull’analisi dei “flussi” di materiali, di materie prime, di merci agricole industriali, attraverso l’economia.

La Tecnologia dei cicli produttivi è così diventata, grazie a Ottilia de Marco, la sede di analisi della circolazione della materia e dell’energia dalla natura, ai processi di produzione, a quelli di “consumo”, tenendo conto che tutti i materiali entrati in ciascun processo “devono” ritrovarsi alla fine sotto forma o di beni fisici utili, di merci, o di residui e rifiuti, merci anch’essi, sia pure negativi, con cui fare i conti per la loro sistemazione finale ma anche da cui possibilmente trarre altre materie ed energie.

Persone della Merceologia: Elvio Cianetti (1916-2009)

Scienza e Tecnica, 74, (489/490), p. 20 (maggio-giugno 2011)

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it

Uno studioso non muore mai; può morire biologicamente il corpo, ma la sua presenza durerà per sempre fino a che esistono delle biblioteche, degli schedari e … fino a che dura l’accesso a Internet. Questo vale particolarmente per Elvio Cianetti i cui scritti, migliaia di pagine in libri, atti di congressi, articoli di riviste, rappresentano una base per chi vorrà conoscere l’evoluzione degli studi chimici e merceologici negli ultimi cinquanta anni.

Elvio Cianetti, che ci ha lasciato nel 2009, era nato nel 1916; laureato in chimica, si era dedicato subito agli studi della chimica applicata alla conoscenza e al controllo delle merci che costituiscono la base culturale della Merceologia. Abbiamo preso insieme la libera docenza (che ancora esisteva) in Merceologia nel 1954 e da allora Cianetti è stato instancabile nel parlare dei problemi che la Merceologia consentiva di risolvere in quanto specialissima interfaccia fra gli studi sperimentali chimici e fisici e l’economia della produzione e del commercio.

A lui si devono molte opere di Merceologia e soprattutto l’introduzione nella ricerca del concetto di “qualità”, liberata dalle scorie di sociologismo e trattata nei suoi veri aspetti di descrizione delle caratteristiche e dell’utilità degli oggetti fabbricati dall’uomo, dei prodotti alimentari, della carta, del legno, delle materie plastiche, di cui era una autorità internazionale.

I lettori di “Scienza e Tecnica” ricordano i suoi articoli, sempre acuti e ironici; nella Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS) Cianetti è stato a lungo membro del Comitato scientifico e consigliere della Società. Per mezzo secolo Elvio Cianetti è stato il paziente animatore e curatore della rivista “Rassegna chimica” che fece diventare la rivista ufficiale di Merceologia, fino alla sua chiusura nel 1999. Molti hanno perso un amico; la Merceologia ha perso uno dei protagonisti più significativi.

mercoledì 3 agosto 2011

Silvia Nebbia - Notizie sulla gomma

Ricerca di Silvia Nebbia, classe II B
Roma, febbraio 2009

Storia ed evoluzione della Gomma naturale

La gomma naturale ha una storia che risale a innumerevoli secoli or sono. Tale materiale viene ricavato da una pianta comunemente chiamata "albero della gomma", appartenente alla famiglia delle Euforbiacee, comprendente una ventina di specie.

Sebbene siano diffuse un po’ in tutto il nuovo continente, risulta però essere migliore l'Hevea brasiliensis, presente nel Brasile settentrionale, specialmente nella regione dell'Amazzonia.