Scienza e Tecnica, 74, (489/490), p. 20 (maggio-giugno 2011)
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Uno studioso non muore mai; può morire biologicamente il corpo, ma la sua presenza durerà per sempre fino a che esistono delle biblioteche, degli schedari e … fino a che dura l’accesso a Internet. Questo vale particolarmente per Elvio Cianetti i cui scritti, migliaia di pagine in libri, atti di congressi, articoli di riviste, rappresentano una base per chi vorrà conoscere l’evoluzione degli studi chimici e merceologici negli ultimi cinquanta anni.
Elvio Cianetti, che ci ha lasciato nel 2009, era nato nel 1916; laureato in chimica, si era dedicato subito agli studi della chimica applicata alla conoscenza e al controllo delle merci che costituiscono la base culturale della Merceologia. Abbiamo preso insieme la libera docenza (che ancora esisteva) in Merceologia nel 1954 e da allora Cianetti è stato instancabile nel parlare dei problemi che la Merceologia consentiva di risolvere in quanto specialissima interfaccia fra gli studi sperimentali chimici e fisici e l’economia della produzione e del commercio.
A lui si devono molte opere di Merceologia e soprattutto l’introduzione nella ricerca del concetto di “qualità”, liberata dalle scorie di sociologismo e trattata nei suoi veri aspetti di descrizione delle caratteristiche e dell’utilità degli oggetti fabbricati dall’uomo, dei prodotti alimentari, della carta, del legno, delle materie plastiche, di cui era una autorità internazionale.
I lettori di “Scienza e Tecnica” ricordano i suoi articoli, sempre acuti e ironici; nella Società Italiana per il Progresso delle Scienze (SIPS) Cianetti è stato a lungo membro del Comitato scientifico e consigliere della Società. Per mezzo secolo Elvio Cianetti è stato il paziente animatore e curatore della rivista “Rassegna chimica” che fece diventare la rivista ufficiale di Merceologia, fino alla sua chiusura nel 1999. Molti hanno perso un amico; la Merceologia ha perso uno dei protagonisti più significativi.
martedì 9 agosto 2011
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