venerdì 6 dicembre 2013

Ricordo di Valeria Spada (1943-2012)

Giornata nel primo anniversario della morte di Valeria Spada, professore ordinario di Merceologia nell'Università di Foggia, Università di Foggia, 6 dicembre 2013

Elsa M. Pizzoli e Giorgio Nebbia
Università di Bari

Ricordiamo bene la giovinetta che venne e chiedere la tesi in Merceologia, quella disciplina, considerata dagli studenti così “difficile” e che pure offriva un ponte culturale fra le scienze economiche e quelle naturali dal momento che le cose materiali sono ben sempre al centro dell’interesse dell’economia e del commercio. Per la sua buona preparazione liceale le fu affidato un tema insieme storico ed economico, quello del commercio del pepe, un argomento che faceva sorridere i nostri sapienti colleghi ma che in realtà permetteva di ricordava che questa apparentemente modesta merce era oggetto di traffici che coinvolgevano, in quegli anni ottanta, molti miliardi di dollari all’anno, erano esposti a sofisticazioni e frodi che potevano essere svelati con raffinati metodi merceologici e chimici. Il tema fu ripreso da Valerla Spada in un successivo articolo, quando ormai era entrata nella famiglia della Merceologia dell’Università di Bari.


La ricordiamo in camice bianco in laboratorio e in biblioteca quando affrontò alcuni dei problemi di avanguardia della Merceologia, sempre con una visione interdisciplinare, naturalistico, economico, storico e politico.

Alcuni suoi lavori hanno affrontato la storia delle disposizioni legislative nel campo degli alimenti, un tema che era stato affrontato anni prima proprio a Bari dal prof. Ciusa, il maestro di tutti noi, e che la Valeria ha sviscerato ricostruendo le normative sull’igiene degli alimenti, partendo dal testo unico sanitario della fine dell’Ottocento.

Valeria Spada ha così messo in evidenza che tali disposizioni legislative non sono mai state elaborate nell’interesse dei consumatori, ma nell’interesse dei produttori, a volta a volta agricoli o industriali; in particolare nel periodo fascista, il più ricco di norme sui prodotti alimentari. Ad esempio nel campo delle leggi sulle paste alimentari e sull’olio di oliva sono prevalse le norme a protezione dell’agricoltura fino a quando le potenti lobbies industriali non hanno mitigato il rigore di alcune di tali norme per poter vendere prodotti meno pregiati ma che assicuravano maggiori profitti.

Un altro esempio è offerto dall’evoluzione della normativa sui coloranti per alimenti, il cui fine era abbellire con il colore prodotti meno pregiati; la Spada ha messo per esempio in evidenza che per molti decenni era ammessa la colorazione degli alimenti con i coloranti Sudan (allora chiamati più patriotticamente Somalia), solubili nei grassi,  che si sarebbero rivelati in seguito non solo nocivi ma alcuni cancerogeni, poi del tutto vietati.

Sempre nel campo dei prodotti alimentari la Spada ha approfondito l’importante problema della concorrenza fra merci che occupano lo stesso mercato, analizzando le “forze” che hanno determinato il prevalere, ad esempio, degli oli di semi sull’olio di oliva, della margarina sul burro. Con cicli di crescita e declino governati, come la Spada ha messo in evidenza, non solo dai cambiamento dei prezzi, ma dai mutamenti delle tecnologie e da intenzionali disposizioni legislative che favorivano un prodotto rispetto ad un altro, norme che variavano, anche in questo caso, sotto la pressione, a volta a volta, di interessi agrari o industriali.

Come si vede, fin dall’inizio gli interessi di Valeria Spada sono stati rivolti agli aspetti, insieme, merceologici ed economici dei prodotti agricoli e agroindustriali, una attenzione culturale che l’avrebbe accompagnata anche negli anni successivi nell’Università di Foggia.

Un altro settore di ricerca di grande attualità è stato quello dell’analisi del “costo energetico” delle merci. Si era nel 1976, subito dopo l’inizio della prima crisi petrolifera, ed il problema del consumo dell’energia nella produzione delle merci era al centro dell’attenzione degli studiosi in tutto il mondo. La Spada mise in evidenza che quella che sembrava una nuova maniera della misura del “valore” delle merci” era un tema proprio degli studi merceologici, un aspetto della analisi dei cicli produttivi; Valeria Spada ha ricordato che Robero Salvadori, professore di Merceologia nell’Università di Firenze, già nel 1932 aveva dedicato una intera parte del suo trattato di Merceologia proprio alla analisi energetica; Salvadori aveva messo in evidenza che esiste un costo energetico minimo teorico per ogni unità di merce e che la quantità di energia effettivamente necessaria, per definizione, è sempre superiore a questo minimo, ma anzi è tanto maggiore quanto meno efficiente è il processo produttivo. La conoscenza di queste grandezze condente di comprendere ion quale maniera è possibile produrre merci con minore consumo di energia, e quindi con minore inquinamento

Molti anni dopo questi studi della Spada, sarebbe nata la moda ecologista con l’invenzione di indicatori come l’ “impronta ecologica”, l’“impatto ambientale”, gli indicatori ERoEI, energy returned on energy investment, tanto per usare qualche terminologia “moderna”, che si propongono di indicare quanta energia “costa”, l’”investment” energetico, per ottenere una unità di energia utile, il “return” energetico.

Già nel 1976 la Spada aveva spiegato come l’analisi del costo energetico si prestasse ad errori e risultati contradditori se non vengono presi in esame tutti i fattori dell’intero ciclo produttivo. Uu importante saggio apparso purtroppo sepolto in uno dei volumi di atti di un congresso di Merceologia, un testo che meriterebbe di essere meglio conosciuto come contributo alla storia della valutazione della qualità delle merci. L’analisi fu poi applicata al ciclo,produttivo della carta e fu approfondita nello studio del “valore naturale” delle merci e nelle successive ricerche sull’analisi dfel flusso di materia nei cicli produttivi come indicatore della qualità delle merci anche sotto, l’aspetto della formazione di rifiuti inquinanti in ciascun ciclo produttivo.

Si accennava prima all’attenzione di Valeria Spada per i prodotti agroindustriali, con particolare attenzione a quelli pugliesi. Fra le sue ricerche si possono ricordare quelle sugli amidi, destrine e derivati, sui prodotti dio trasformazione del saccarosio, sui derivati della soia, sul miele, sui semi oleaginosi, sulle leguminose, sulle ciliegie, sul cartamo, sulle mandorle; in quest’ultimo caso, in particolare, la Spada studiò la crescita e il declino della produzione e del commercio delle mandorle pugliesi, sconfitte dalla concorrenza --- ancora una volta il tema della concorrenza fra merci --- della produzione di mandorle americane. Anche in questo caso le cause di tale sconfitta offriva indicazioni per una nuova politica agricola nazionale.

Fra le ricerche del periodo barese meritano di essere ricordate, fra le altre, quelle sulle risorse lapidee della Regione Puglia, uno dei pochi studi che ha affrontato gli aspetti sia naturalistici sia commerciali e economici, merceologici, insomma, di tali risorse.

Fondamentale è anche il contributo della Spada allo studio del ciclo del cloro, esposto in varie pubblicazioni e riassunto in un grosso volume scritto in collaborazione con la professoressa Tricase. Si tratta di un testo che ha trattato, in maniera unitaria, le materie prime, i processi produttivi e la loro evoluzione storica e i principali derivati del cloro, con particolare attenzione a quelli che, a poco a poco, si sono rivelati nocivi per la salute e per l’ambiente. Non a caso il volume è stato citato in molti studi successivi sui bifenili policlorurati, sulle diossine, sui clorofluorocarburi che interagiscono con l’ozono stratosferico.

Ci piace ricordare il contributo della professoressa Spada alla preparazione, allo svolgimento e alla pubblicazione degli atti del quarto congresso internazionale di Merceologia, svoltosi a Bari nel 1985 sul tema: “Merci per il futuro”. Gli atti furono pubblicati in due grossi volumi, anche questi ormai una rarità bibliografica, benché i contributi fossero rivolti, per la,prima volta nel campo dei congressi annuali di Merceologia, proprio al futuro. Al tema: “Merci per il futuro italiano” era dedicato il saggio che la Spada pubblicò, insieme proprio a noi due, nello stesso volume.

I contributi scientifici della Spada hanno avuto un meritato riconoscimento della nomina a professore ordinario con la chiamata alla cattedra di Merceologia nell’Università di Foggia. Delle sue ricerche a Foggia parlerà la prof. Tricase che l’ha accompagnata in questa Università e fanno fede i lavori suoi e dei suoi collaboratori e colleghi.

Ci piace ricordare che Valeria Spada ha voluto iniziare i suoi corsi nell’Università di Foggia riesumando un civile costume, ormai purtroppo abbandonato, quello di “leggere”, il primo giorno di insegnamento, il programma del corso che un docente avrebbe svolto. Un gesto di rispetto per gli studenti e i colleghi. Valeria Spada tenne la sua prolusione spiegando che cosa intendeva per “Merceologia”, passando in rassegna l’evoluzione della disciplina e le prospettive che essa aveva di fronte in un mondo, siamo alle soglie del XXI secolo, che avrebbe visto vere rivoluzioni merceologiche e una nuova crescente attenzione per i rapporti fra merci, risorse naturali e ambiente. La sua prolusione purtroppo ebbe ben poca circolazione, eppure rappresenta un contributo meritevole di essere letto ancora oggi, sul ruolo che la Merceologia ha in una moderna economia, oltre che un programma di lavoro a cui ha continuato a tenere fede per tanti (purtroppo troppo pochi) anni anche a Foggia.





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