Giornata nel primo anniversario della morte di Valeria Spada, professore ordinario di Merceologia nell'Università di Foggia, Università di Foggia, 6 dicembre 2013
Elsa M. Pizzoli e
Giorgio Nebbia
Università di Bari
Ricordiamo bene la giovinetta che venne e chiedere la tesi
in Merceologia, quella disciplina, considerata dagli studenti così “difficile”
e che pure offriva un ponte culturale fra le scienze economiche e quelle
naturali dal momento che le cose materiali sono ben sempre al centro
dell’interesse dell’economia e del commercio. Per la sua buona preparazione
liceale le fu affidato un tema insieme storico ed economico, quello del
commercio del pepe, un argomento che faceva sorridere i nostri sapienti
colleghi ma che in realtà permetteva di ricordava che questa apparentemente
modesta merce era oggetto di traffici che coinvolgevano, in quegli anni
ottanta, molti miliardi di dollari all’anno, erano esposti a sofisticazioni e
frodi che potevano essere svelati con raffinati metodi merceologici e chimici.
Il tema fu ripreso da Valerla Spada in un successivo articolo, quando ormai era
entrata nella famiglia della Merceologia dell’Università di Bari.
La ricordiamo in camice bianco in laboratorio e in
biblioteca quando affrontò alcuni dei problemi di avanguardia della
Merceologia, sempre con una visione interdisciplinare, naturalistico,
economico, storico e politico.
Alcuni suoi lavori hanno affrontato la storia delle
disposizioni legislative nel campo degli alimenti, un tema che era stato
affrontato anni prima proprio a Bari dal prof. Ciusa, il maestro di tutti noi,
e che la Valeria ha sviscerato ricostruendo le normative sull’igiene degli
alimenti, partendo dal testo unico sanitario della fine dell’Ottocento.
Valeria Spada ha così messo in evidenza che tali
disposizioni legislative non sono mai state elaborate nell’interesse dei
consumatori, ma nell’interesse dei produttori, a volta a volta agricoli o
industriali; in particolare nel periodo fascista, il più ricco di norme sui
prodotti alimentari. Ad esempio nel campo delle leggi sulle paste alimentari e
sull’olio di oliva sono prevalse le norme a protezione dell’agricoltura fino a
quando le potenti lobbies industriali non hanno mitigato il rigore di alcune di
tali norme per poter vendere prodotti meno pregiati ma che assicuravano
maggiori profitti.
Un altro esempio è offerto dall’evoluzione della normativa
sui coloranti per alimenti, il cui fine era abbellire con il colore prodotti
meno pregiati; la Spada ha messo per esempio in evidenza che per molti decenni
era ammessa la colorazione degli alimenti con i coloranti Sudan (allora chiamati
più patriotticamente Somalia), solubili nei grassi, che si sarebbero rivelati in seguito non solo nocivi ma alcuni
cancerogeni, poi del tutto vietati.
Sempre nel campo dei prodotti alimentari la Spada ha
approfondito l’importante problema della concorrenza fra merci che occupano lo
stesso mercato, analizzando le “forze” che hanno determinato il prevalere, ad
esempio, degli oli di semi sull’olio di oliva, della margarina sul burro. Con
cicli di crescita e declino governati, come la Spada ha messo in evidenza, non
solo dai cambiamento dei prezzi, ma dai mutamenti delle tecnologie e da
intenzionali disposizioni legislative che favorivano un prodotto rispetto ad un
altro, norme che variavano, anche in questo caso, sotto la pressione, a volta a
volta, di interessi agrari o industriali.
Come si vede, fin dall’inizio gli interessi di Valeria Spada
sono stati rivolti agli aspetti, insieme, merceologici ed economici dei
prodotti agricoli e agroindustriali, una attenzione culturale che l’avrebbe
accompagnata anche negli anni successivi nell’Università di Foggia.
Un altro settore di ricerca di grande attualità è stato
quello dell’analisi del “costo energetico” delle merci. Si era nel 1976, subito
dopo l’inizio della prima crisi petrolifera, ed il problema del consumo
dell’energia nella produzione delle merci era al centro dell’attenzione degli
studiosi in tutto il mondo. La Spada mise in evidenza che quella che sembrava
una nuova maniera della misura del “valore” delle merci” era un tema proprio
degli studi merceologici, un aspetto della analisi dei cicli produttivi;
Valeria Spada ha ricordato che Robero Salvadori, professore di Merceologia
nell’Università di Firenze, già nel 1932 aveva dedicato una intera parte del
suo trattato di Merceologia proprio alla analisi energetica; Salvadori aveva
messo in evidenza che esiste un costo energetico minimo teorico per ogni unità
di merce e che la quantità di energia effettivamente necessaria, per
definizione, è sempre superiore a questo minimo, ma anzi è tanto maggiore quanto
meno efficiente è il processo produttivo. La conoscenza di queste grandezze
condente di comprendere ion quale maniera è possibile produrre merci con minore
consumo di energia, e quindi con minore inquinamento
Molti anni dopo questi studi della Spada, sarebbe nata la
moda ecologista con l’invenzione di indicatori come l’ “impronta ecologica”,
l’“impatto ambientale”, gli indicatori ERoEI, energy returned on energy
investment, tanto per usare qualche terminologia “moderna”, che si propongono
di indicare quanta energia “costa”, l’”investment” energetico, per ottenere una
unità di energia utile, il “return” energetico.
Già nel 1976 la Spada aveva spiegato come l’analisi del
costo energetico si prestasse ad errori e risultati contradditori se non
vengono presi in esame tutti i fattori dell’intero ciclo produttivo. Uu
importante saggio apparso purtroppo sepolto in uno dei volumi di atti di un
congresso di Merceologia, un testo che meriterebbe di essere meglio conosciuto
come contributo alla storia della valutazione della qualità delle merci.
L’analisi fu poi applicata al ciclo,produttivo della carta e fu approfondita
nello studio del “valore naturale” delle merci e nelle successive ricerche
sull’analisi dfel flusso di materia nei cicli produttivi come indicatore della
qualità delle merci anche sotto, l’aspetto della formazione di rifiuti
inquinanti in ciascun ciclo produttivo.
Si accennava prima all’attenzione di Valeria Spada per i
prodotti agroindustriali, con particolare attenzione a quelli pugliesi. Fra le
sue ricerche si possono ricordare quelle sugli amidi, destrine e derivati, sui
prodotti dio trasformazione del saccarosio, sui derivati della soia, sul miele,
sui semi oleaginosi, sulle leguminose, sulle ciliegie, sul cartamo, sulle
mandorle; in quest’ultimo caso, in particolare, la Spada studiò la crescita e
il declino della produzione e del commercio delle mandorle pugliesi, sconfitte
dalla concorrenza --- ancora una volta il tema della concorrenza fra merci ---
della produzione di mandorle americane. Anche in questo caso le cause di tale
sconfitta offriva indicazioni per una nuova politica agricola nazionale.
Fra le ricerche del periodo barese meritano di essere
ricordate, fra le altre, quelle sulle risorse lapidee della Regione Puglia, uno
dei pochi studi che ha affrontato gli aspetti sia naturalistici sia commerciali
e economici, merceologici, insomma, di tali risorse.
Fondamentale è anche il contributo della Spada allo studio
del ciclo del cloro, esposto in varie pubblicazioni e riassunto in un grosso
volume scritto in collaborazione con la professoressa Tricase. Si tratta di un
testo che ha trattato, in maniera unitaria, le materie prime, i processi
produttivi e la loro evoluzione storica e i principali derivati del cloro, con
particolare attenzione a quelli che, a poco a poco, si sono rivelati nocivi per
la salute e per l’ambiente. Non a caso il volume è stato citato in molti studi
successivi sui bifenili policlorurati, sulle diossine, sui clorofluorocarburi
che interagiscono con l’ozono stratosferico.
Ci piace ricordare il contributo della professoressa Spada
alla preparazione, allo svolgimento e alla pubblicazione degli atti del quarto
congresso internazionale di Merceologia, svoltosi a Bari nel 1985 sul tema:
“Merci per il futuro”. Gli atti furono pubblicati in due grossi volumi, anche
questi ormai una rarità bibliografica, benché i contributi fossero rivolti, per
la,prima volta nel campo dei congressi annuali di Merceologia, proprio al
futuro. Al tema: “Merci per il futuro italiano” era dedicato il saggio che la
Spada pubblicò, insieme proprio a noi due, nello stesso volume.
I contributi scientifici della Spada hanno avuto un meritato
riconoscimento della nomina a professore ordinario con la chiamata alla
cattedra di Merceologia nell’Università di Foggia. Delle sue ricerche a Foggia
parlerà la prof. Tricase che l’ha accompagnata in questa Università e fanno
fede i lavori suoi e dei suoi collaboratori e colleghi.
Ci piace ricordare che Valeria Spada ha voluto iniziare i
suoi corsi nell’Università di Foggia riesumando un civile costume, ormai
purtroppo abbandonato, quello di “leggere”, il primo giorno di insegnamento, il
programma del corso che un docente avrebbe svolto. Un gesto di rispetto per gli
studenti e i colleghi. Valeria Spada tenne la sua prolusione spiegando che cosa
intendeva per “Merceologia”, passando in rassegna l’evoluzione della disciplina
e le prospettive che essa aveva di fronte in un mondo, siamo alle soglie del
XXI secolo, che avrebbe visto vere rivoluzioni merceologiche e una nuova
crescente attenzione per i rapporti fra merci, risorse naturali e ambiente. La
sua prolusione purtroppo ebbe ben poca circolazione, eppure rappresenta un
contributo meritevole di essere letto ancora oggi, sul ruolo che la Merceologia
ha in una moderna economia, oltre che un programma di lavoro a cui ha
continuato a tenere fede per tanti (purtroppo troppo pochi) anni anche a
Foggia.
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