Il primo direttore della Scuola Superiore di Commercio di Bari, il grande economista Maffeo Pantaleoni, nella sua «relazione» inaugurale dell’anno accademico 1888 affermava: “Una Scuola Superiore di Commercio è un potente mezzo di istruzione, un focolare di scienza per gli adulti, per i commercianti che già sono nel pieno esercizio delle loro funzioni. Sono questi coloro i quali del Museo merceologico debbono approfittare; che al Gabinetto chimico devono fare appello, che alla Biblioteca devono fare ricorso; che al Professore di Merceologia e di Chimica devono chiedere le informazioni che loro mancano».
Due anni dopo la sua fondazione, nel 1886, la Scuola Superiore di Commercio possedeva quindi già un “Museo merceologico” che ha accompagnato in tutta la sua esistenza l’Istituto di Merceologia quando la Scuola Superiore è diventata Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bari.
Nello Statuto dell’Università era iscritto ”Istituto di Merceologia con Laboratorio chimico e Museo” (a cui negli anni settanta è stata aggiunta la dizione “e Laboratorio per lo studio delle fonti di energia”) e questa realtà continua ancora oggi nella Sezione di Merceologia del Dipartimento di Scienze Geografiche e Merceologiche dell’Università di Bari.
Il Museo di Merceologia dell’Università di Bari è quindi, non soltanto il primo, in ordine di tempo, museo scientifico dell’Università, ma anche il più antico Museo merceologico universitario italiano, precedente anche i musei merceologici esistenti presso altre pubbliche amministrazioni come l’amministrazione delle Dogane, gli Istituti della Nutrizione e del disciolto Ministero dell’Agricoltura e altri
Nei suoi 120 anni di vita il Museo ha raccolto e possiede i seguenti materiali (sono escluse le apparecchiature relativamente moderne, posteriori agli anni settanta del Novecento):
(a) Materie prime e prodotti:
Campioni di materie prime: sale, zolfo, minerali metallici e non metallici, prodotti di cava.
Campioni di merci, specialmente, fibre tessili, filati, materie plastiche, metalli, resine, gomme, cere, sia naturali sia artificiali.
Nel corso degli anni sono stati raccolti anche campioni di prodotti alimentari, come oli e grassi, paste alimentari, legumi, specialmente quelle di interesse pugliese e meridionale, prodotti peraltro facilmente deperibili che richiedevano continuo ricambio. Alcuni campioni di grassi sono stati conservati per decenni per studiarne le modificazioni dei caratteri chimici e organolettici col passare del tempo.
Il personale dell’Istituto ha avuto sempre cura di eliminare i campioni deperibili sostituendoli con prodotti più recenti.
Importanti sono i manufatti degli anni trenta del Novecento in quanto rari campioni di “prodotti autarchici” come fibre tessili artificiali.
(b) Apparecchiature
Il Museo merceologico possiede anche una rara collezione di apparecchi e strumenti di misura di interesse storico:
---- Strumenti di misura della densità (anni trenta)
lattodensimetro di Quevenne
aerometro di Tralles
aerometro di Gay Luissac
mostimetro di Babo
bilancia di Westphal
---- Bomba calorimetrica di Berthelot-Mahler (anni trenta o quaranta) òer misura di potere calorifico superiore
--- termometro di Beckman di precisione per la bomba calorimetrica
---- Lampada di Wood per lòa misurav dfella fluorescenza (anni trenta)
---- Saccarimetro per la determinazione della concentrazione dello zucchero per via polatrimetrica (anni trenta)
---- Burrorifrattometro di Zeiss (anni quaranta)
Rifrattometro di Abbe (anni quaranta)
---- Apparecchio per fotoriproduzione Thermofax su carta termica (anni cinquanta).
---- Spettrofotometro Beckman DU (anni cinquanta) con successivi accessori per misure di attività ottica e di fluorescenza (annio sessanta).
---- Computer HP 85 (primi anni ottanta)(acquistato con un contributo del CNR)
---- Spettropolarimetro Rudulph di fabbricazione USA (metà anni sessanta)
---- Apparecchio di fabbricazione USA (acquistato con un contributo della Camera di Commercio di Bari) per misure di pressione osmotica (anni sessanta) usato per ricerche sulla preparazione di membrane semipermeabili da dissalazione.
---- Alcuni apparecchi di vetro fatti costruire per svolgere particolari ricerche (anni sessanta)
Estrattore Soxhlet di grande dimensioni per estrazioni di materiali in quantità dell’ordine di chilogrammi
Batteria di imbuti separatori per estrazione controcorrente.
---- Apparecchi usati nelle ricerche sull’energia solare:
Solarimetro di Campbell (circa 1960)
Solarimetro a cella fotoelettrico con registratore Kipp & Zonen (primi anni sessanta)
---- Dinamometro per la misura del carico di rottura di filati e tessuti.
---- Termoleometro di Tortelli (anni trenta) per la misura della purezza degli oli
---- Piaccometro (anni quaranta)
(c) Cataloghi di prodotti e apparecchiature
Nel Museo sono presenti cataloghi degli anni trenta e quaranta e successivi di apparecchiature da laboratorio di varie ditte italiane e straniere.
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