Luciana Gabrielli
Mi è stato richiesto di ricordare Luciano Favretto professore di Merceologia; avrei voluto che fosse qualcun altro a parlarne, in quanto sono certa che ha lasciato il segno nel cuore di tutti quelli che lo hanno conosciuto, perché lui era una persona speciale per la sua bontà e per la mancanza di qualsiasi tipo di critica verso il suo prossimo. Si confrontava con gli altri con il suo sorriso perché sapeva vedere il lato buono in tutte le persone che aveva conosciuto.
Avrei voluto che fosse qualcun altro a parlarne poiché in questo momento il mio ricordo sarebbe troppo sofferto e personale. Tuttavia mi rendo conto che nessuno come me può parlare compiutamente di lui perché ho condiviso con lui oltre che la vita privata, anche il lavoro, e con questa fredda parola, il lavoro, intendo la sua curiosità in tutti i campi dello scibile, la sua vera passione nel ricercare, nell’apprendere, nello spiegare e spiegarsi le cose, nello stare con i suoi allievi e nel condividere con loro le sue conoscenze; e ancora, nello scrivere sulle riviste internazionali e nel confrontarsi con i commenti dei colleghi alle sue ricerche, confronti che finivano spesso con il concretarsi di una nuova amicizia. Con lui infatti io sentivo accanto a me l’amicizia delle persone, perché lui dimostrava la sua amicizia a tutti, così nell’ambiente universitario, come con tutte le persone che incontrava.
Avrei voluto che fosse qualcun altro a parlarne poiché in questo momento il mio ricordo sarebbe troppo sofferto e personale. Tuttavia mi rendo conto che nessuno come me può parlare compiutamente di lui perché ho condiviso con lui oltre che la vita privata, anche il lavoro, e con questa fredda parola, il lavoro, intendo la sua curiosità in tutti i campi dello scibile, la sua vera passione nel ricercare, nell’apprendere, nello spiegare e spiegarsi le cose, nello stare con i suoi allievi e nel condividere con loro le sue conoscenze; e ancora, nello scrivere sulle riviste internazionali e nel confrontarsi con i commenti dei colleghi alle sue ricerche, confronti che finivano spesso con il concretarsi di una nuova amicizia. Con lui infatti io sentivo accanto a me l’amicizia delle persone, perché lui dimostrava la sua amicizia a tutti, così nell’ambiente universitario, come con tutte le persone che incontrava.
Questo era Luciano Favretto. Per questo cerco di scrivere qualcosa sulla sua vita e sulle tappe del suo percorso universitario perché anche qui, le persone conosciute e gli ambiti toccati sono stati molti e da ognuno di questi ha saputo trarre un bagaglio culturale che lo ha reso capace di intraprendere qualsiasi ricerca con un’apertura mentale tale da dare sempre originalità al suo contributo. Studente di Chimica seguiva tutti i corsi comuni con i fisici, cosa che poi gli ha permesso di aggiungere al suo curriculum molte conoscenze della fisica e della matematica, che gli sono state utili per uno degli ultimi argomenti della sua ricerca, quello dell’analisi statistica multivariata applicata alle merci. Ma anche la sua attività nel campo della Mineralogia e della Geochimica, di cui si è occupato nella primissima parte della carriera universitaria, ha lasciato in lui delle impronte culturali che sono state utilizzate in seguito nella sua vasta e multiforme produzione scientifica in una tematica come la Merceologia che come dice il nome, occupandosi di merci, si occupa di molte, moltissime cose.
E poi la Chimica Analitica, considerata talvolta soltanto un mezzo attraverso il quale altri dovrebbero trarre conclusioni legate alla loro specializzazione, dimenticando che è necessaria una conoscenza approfondita delle metodologie e dei meccanismi se non si vuole incorrere in interpretazioni errate dei fenomeni incontrati. Come docente Luciano Favretto ha insegnato Chimica Analitica per alcuni anni per poi dedicarsi esclusivamente alla Merceologia insegnata a studenti lontani dalle conoscenze chimiche come quelli di Economia. E quello che è successo costantemente, in ambedue le discipline insegnate negli anni, è stato l’aver suscitato l’unanime ammirazione degli studenti per l’approccio nell’insegnamento, per la semplicità con cui raccontava e spiegava le cose, senza dimostrare mai un tentennamento o di avere necessità di ispirarsi ad una traccia scritta che non portava mai con sé. Ma non solo ammirazione, ma anche tanto affetto: negli ultimi anni, quando la malattia ha limitato la sua vita, io ho sentito ed ho avuto delle meravigliose attestazioni di affetto e riconoscenza non appena parlavo di lui.
Le sue prime ricerche, che sono iniziate con lo studio delle risorse naturali della litosfera e che partendo dai minerali si sono focalizzate in seguito sulle ricerche petrolifere, condotte presso l’ENI, sono state importanti per una valutazione dei problemi energetici da lui intrapresa più tardi per scopi didattici e di ricerca. Le ricerche sulle risorse naturali della biosfera sono state condotte più tardi, quando è iniziata la collaborazione con i Chimici degli Alimenti che ha prodotto la sinergia con i colleghi dell’Università di Messina e dell’Università di Perugia.
Il percorso che lo ha portato a questo più recente filone di ricerca è stato l’iniziale studio di alcuni inquinanti di acque e alimenti, studio che dapprima ha prodotto la messa a punto di metodi analitici originali pubblicati su riviste chimico-analitiche internazionali quali per esempio The Analist, Analytical Chemistry, Journal of the A.O.A.C. Successivamente il desiderio di un’interpretazione che lo aiutasse a caratterizzare e classificare meglio gli alimenti dal punto di vista della qualità e/o di alcune proprietà caratterizzanti, come ad esempio la provenienza, lo ha portato ad applicare l’analisi statistica multivariata e in seguito il disegno sperimentale, pubblicando numerosi studi anche su riviste specializzate.
Ha scritto molto e pubblicato molto, ma non sono qui a parlare né di numeri né, più di tanto, di argomenti. Quello che importa è l’impronta che ha lasciato, nei suoi amici e nei suoi allievi, che spero, malgrado l’ambiente di oggi più difficile di quello di ieri, riescano ad avere la stessa serenità e lo stesso amore per il prossimo e per la vita che ha avuto lui.
Luciano Favretto, nato a Trieste il 6 febbraio 1932, nel settembre 1955 divenne allievo interno dell’Istituto di Merceologia dell’Università di Trieste, laureandosi in Chimica nel luglio 1956, con una tesi in Chimica analitica discussa con il prof. Claudio Calzolari. Successivamente fu assistente incaricato di Mineralogia e professore incaricato di Geochimica presso la Facoltà di Scienze.
Dopo un periodo di lavoro presso i laboratori di ricerca dell’AGIP Mineraria di S. Donato Milanese, gli venne offerta dal prof. Calzolari la possibilità di riprendere la ricerca accademica presso l’Università di Trieste, dove dal 1965 fu professore incaricato di Esercitazioni di Chimica analitica e assistente ordinario presso la Facoltà di Scienze. Libero docente di Merceologia dal 1967, si trasferì alla cattedra di Merceologia della Facoltà di Economia come assistente dal 1969 e come aiuto dal 1971. Ha ricoperto il ruolo di professore ordinario di Merceologia dal 1975 (straordinario fino al 1978) ininterrottamente fino al pensionamento. Ci ha lasciato il 1° Maggio 2011.
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