La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 23 novembre 2010.
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Propongo di chiamare riciclo-logia quel capitolo della Merceologia che si occupa della tecnologia del riciclo dei materiali usati e delle proprietà dei prodotti riciclati. Chi volesse svolgere questo corso in una Università ha oggi a disposizione un apposito trattato chiamato: “L’Italia del riciclo”, pubblicata nei mesi scorsi dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, una organizzazione presieduta da Edo Ronchi che è stato Ministro dell’ambiente nel governo Prodi (1996-1998) e che ha legato al suo nome al primo decreto moderno e organico sul trattamento dei rifiuti.
mercoledì 24 novembre 2010
lunedì 15 novembre 2010
Una merceologia "solare"
Giorgio Nebbia
La società umana procede verso il futuro utilizzando ogni anno (2009) una quantità di energia equivalente a quella "incorporata" in circa 11.000 milioni di tonnellate di petrolio, circa 460 EJ. La maggior parte di questa energia "commerciale" viene dal petrolio, dal carbone, dal gas naturale, estratti dalle viscere della Terra, materiali fossili formati, in centinaia di milioni di anni, dalla trasformazione di sostanze vegetali e animali, e non più ricostituibili nell'orizzonte temporale (ragionevolmente prevedibile) dell'umanità. A parte una piccola frazione, fortunatamente in declino, di elettricità nucleare, su scala molto minore la merce-energia viene dal moto delle acque come energia idroelettrica, un flusso assicurato dal ciclo di evaporazioni e condensazioni generato dal Sole, un flusso che ogni anno ritorna disponibile; su scala minima la merce-energia è ottenuta da impianti che trasformano la radiazione solare e l'energia del vento in elettricità. Una certa quantità di energia, nei paesi e nelle comunità povere, viene dalla combustione del legno e degli scarti agricoli, ma questa sfugge in gran parte dalle contabilità "ufficiali" internazionali, anche se alcune stime della FAO indicano che l'energia dal legno (alberi e sottoprodotti forestali) contribuirebbe per circa il 7 % quindi per circa 25-30 EJ, ai fabbisogni energetici mondiali.
La società umana procede verso il futuro utilizzando ogni anno (2009) una quantità di energia equivalente a quella "incorporata" in circa 11.000 milioni di tonnellate di petrolio, circa 460 EJ. La maggior parte di questa energia "commerciale" viene dal petrolio, dal carbone, dal gas naturale, estratti dalle viscere della Terra, materiali fossili formati, in centinaia di milioni di anni, dalla trasformazione di sostanze vegetali e animali, e non più ricostituibili nell'orizzonte temporale (ragionevolmente prevedibile) dell'umanità. A parte una piccola frazione, fortunatamente in declino, di elettricità nucleare, su scala molto minore la merce-energia viene dal moto delle acque come energia idroelettrica, un flusso assicurato dal ciclo di evaporazioni e condensazioni generato dal Sole, un flusso che ogni anno ritorna disponibile; su scala minima la merce-energia è ottenuta da impianti che trasformano la radiazione solare e l'energia del vento in elettricità. Una certa quantità di energia, nei paesi e nelle comunità povere, viene dalla combustione del legno e degli scarti agricoli, ma questa sfugge in gran parte dalle contabilità "ufficiali" internazionali, anche se alcune stime della FAO indicano che l'energia dal legno (alberi e sottoprodotti forestali) contribuirebbe per circa il 7 % quindi per circa 25-30 EJ, ai fabbisogni energetici mondiali.
sabato 6 novembre 2010
Crescita picco e declino delle merci
IV Congresso ASPO-Italia sul tema: “Terra 3.1”
Trento, Facoltà di Ingegneria, 5-6 Novembre 2010
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Questo breve intervento propone la tesi che la maggior parte dei processi di produzione dei beni materiali, che chiamerò “merci”, ottenuti dalla trasformazione di risorse naturali inevitabilmente limitate, o dei processi di utilizzazione (consumo) di merci in un mercato e in uno spazio inevitabilmente limitati, sono destinati ad affrontare un ciclo di crescita a cui segue il raggiungimenti di un massimo di produzione o utilizzazione --- “picco” --- a cui segue una fase di declino, talvolta di scomparsa.
Il fenomeno ha analogie con quelli che si manifestano nelle popolazioni vegetali e animali. La crescita e il declino di una popolazione di merci in un territorio limitato o con risorse limitate può essere in genere descritta con equazioni logistiche con vari termini che frenano la crescita a mano a mano che aumenta la popolazione della merce in esame.
Trento, Facoltà di Ingegneria, 5-6 Novembre 2010
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
Questo breve intervento propone la tesi che la maggior parte dei processi di produzione dei beni materiali, che chiamerò “merci”, ottenuti dalla trasformazione di risorse naturali inevitabilmente limitate, o dei processi di utilizzazione (consumo) di merci in un mercato e in uno spazio inevitabilmente limitati, sono destinati ad affrontare un ciclo di crescita a cui segue il raggiungimenti di un massimo di produzione o utilizzazione --- “picco” --- a cui segue una fase di declino, talvolta di scomparsa.
Il fenomeno ha analogie con quelli che si manifestano nelle popolazioni vegetali e animali. La crescita e il declino di una popolazione di merci in un territorio limitato o con risorse limitate può essere in genere descritta con equazioni logistiche con vari termini che frenano la crescita a mano a mano che aumenta la popolazione della merce in esame.
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