La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 25 giugno 2013
Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it
La difesa dell’ambiente non comporta soltanto dei costi per la collettività; anzi spesso è una fonte di guadagno privato e collettivo se dalla depurazione delle sostanze inquinanti si recupera qualcosa di vendibile. Con cautela, però, perché la quantità delle merci recuperate dai processi di depurazione può anche essere troppa, rispetto alle richieste del mercato e dell’industria. E’ il caso dello zolfo che le raffinerie di petrolio “devono” separare dai prodotti petroliferi per rispettare le norme internazionali: durante la combustione, infatti, lo zolfo presente nei combustibili si trasforma in anidride solforosa e in anidride solforica che a loro volta, con l’umidità, generano acido solforico, una sostanza corrosiva per i metalli esposti all’aperto e per l’esterno degli edifici, oltre a vari altri composti solforati nocivi per la salute.